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LA COPPETTA MESTRUALE: IL SANTO GRAAL

Conversazioni

In palestra uno spogliatoio di sole donne diventa un’occasione di conoscenza. Qui, nel tempo di una doccia e di un cambio di abiti, donne di ogni età si trovano a condividere uno spazio di intimità, confidenze, insegnamenti tra pari. Un giorno, proprio in uno di questi momenti, un vociare più concitato attira la mia attenzione: una ragazza si lamenta di non poter fare la sua lezione di nuoto perché mestruata. La sua amica, guardandola stupita le chiede: «Non usi la coppetta? L’argomento ci coinvolge così trasversalmente tutte che si crea un capannello naturale e ha inizio un intenso scambio in cui donne di ogni età iniziano a raccontare come affrontino “quei giorni”, quali assorbenti abbiano usato e usino…

Lo scambio è stato così intenso e interessante che ha dato a me lo spunto di passare un po’ di tempo qui, insieme  a voi, per raccontarvi quel che so di come le donne hanno, nella storia, gestito questo appuntamento mensile.

Dal sacro al profano

All’alba dei secoli, il sangue mestruale era espressione di vita. Non ci sono prove certe ma alcune teorie sostengono che dal periodo mestruale ha avuto origine il calendario lunare di 13 mesi. Quel che è provato è che il mestruo era considerato una benedizione: simboleggiava la fertilità, della donna e della natura.

Le donne sedevano in cerchio, le loro attenzioni erano per il proprio corpo, mentre il sangue che lasciavano liberamente scorrere era un nutrimento per la terra madre.

Nell’antico Egitto si usavano come assorbenti dei papiri essiccati ed ammorbiditi, mentre in Grecia e nell’antica Roma lane o stoffe.

E a poco a poco quei giorni, da speciali, divennero giorni di cui vergognarsi. Le donne non sono più sacre e nei giorni mestruali vengono persino allontanate, e questa loro celebrazione di fertilità diviene una manifestazione di inferiorità. Nel Medioevo si narra che le nobildonne per tenere ferme queste stoffe assorbenti utilizzassero delle cinture, mentre nelle campagne le contadine usavano pelli di pecora bollite ma senza le poco gradite cinture.

Dopo la seconda rivoluzione industriale

Solo alla fine del 1800 una nota azienda inizia a produrre e mettere sul mercato assorbenti usa e getta ma ormai il ciclo era diventato un tabù, qualcosa da non nominare nemmeno, quindi le donne si vergognavano ad acquistarli.  Le infermiere francesi, durante la prima guerra mondiale cominciarono ad utilizzare i tamponi di cellulosa, prendendo spunto da quelli che tamponavano così bene le ferite dei soldati. Per avere il primo assorbente interno bisogna aspettare la fine del 1920 e l’idea rivoluzionaria di una imprenditrice tedesca.

Il nostro secolo

La coppetta mestruale trova le sue origini negli anni Trenta, ma a causa dei materiali troppo rigidi e dei blocchi psichici che ancora aleggiavano sulla sessualità femminile, non ebbe alcun successo sul mercato. La mentalità dell’epoca non era ancora pronta, nonostante un’americana, Leona Chalmers, scrisse anche un libro per sensibilizzare le donne su questo argomento. Dagli anni Ottanta l’interesse per questo prodotto aumenta, tanto che un’azienda americana coglie questo cambiamento e mette in commercio Keeper, che diviene una delle più usate in USA. Pochi anni fa in Gran Bretagna nasce la Mooncup ed è l’inizio di una nuova era, che dà il via a più di 20 marche e modelli, sempre più fashion, anche nei colori.

I vantaggi di scegliere la Coppa della Luna

Ovviamente bisogna saper scegliere, valutare con attenzione la taglia, la quantità del flusso, la situazione personale, se si hanno avuto figli e la tipologia del parto.  Superato l’eventuale blocco mentale dovuto al suo inserimento ed alla sua estrazione i vantaggi sono veramente molteplici. La sua tenuta si aggira intorno ad un massimo di 8 ore, non bisogna rinunciare a praticare gli sport prediletti, è igienico e lavabile. Questo significa che ha un impatto ambientale praticamente irrisorio se paragonato agli assorbenti esterni, poiché dura molti anni e non va smaltito immediatamente.

Un cerchio che si chiude

Forse si sta completando un ciclo, le donne piano piano  si stanno accettando per come sono, le mestruazioni non sono più demonizzate, un Graal è stato inventato per un uso femminile. Vi invito dunque, amiche mie a rivalutare e a prendere atto della vostra femminilità, voi siete il simbolo vivente dei cicli lunari, riscoprite La Dea che è dentro  tutte le donne e siatene fiere.

Per tutte coloro che siano interessate ad approfondire l’argomento consiglio di visitare The Original Museum of Menstruation (MUM).

Per le giovani leve, consiglio invece un corto del 1946 prodotto da Walt Disney The story of Menstruation.

Riporto qui di seguito la testimonianza di una ragazza della palestra che ha cominciato a utilizzare la coppetta mestruale, se vuoi condividere la tua esperienza ti invito a farlo nei commenti: il passaparola tra donne è la miglior forma di informazione! 😉

RECENSIONE COPPETTA MESTRUALE
Mi sono avvicinata alle coppette mestruali sentendone parlare in rete, già un anno fa. A primo impatto non mi hanno mai convinta, nonostante abbia un rapporto sereno con il mio corpo mi sembravano qualcosa di “astruso”, di poco pratico e di estremamente scomodo. Col tempo però ho “elaborato l’idea” della coppetta e ha iniziato ad incuriosirmi; molte ragazze la usavano, si trovavano bene e ne elencavano i PRO mentre altre, come me, pur non avendola mai provata ne rifiutavano l’idea. Al che ho pensato potessi almeno provare, per capire se in effetti potesse fare al caso mio e, in caso contrario, criticarla ma con cognizione di causa. Il fattore che mi ha definitivamente convinto a provarla riguarda gli Assorbenti: con il mio ciclo ero costretta ad usare quelli da notte anche di giorno e non sopportavo davvero più la sensazione di avere “un pannolino di plastica” addosso, che mi causava pruriti e irritazioni. Ho quindi ordinato la fleur cup (scegliendo il pack da 19.90euro con taglia S ed L) e ho provato. Soddisfattissima già dal primo giorno, la taglia S copre perfettamente i miei bisogni, non ho più irritazioni, non ci sono odori, l’inserimento e lo svuotamento sono veloci ed intuitivi (non servono manovre strane: basta assecondare il nostro corpo!) e sullo slip basta usare un salvaslip. Cosa chiedere di più e di meglio? Niente! Mi rammarico solo di non averla scoperta e provata anni fa… Ma meglio tardi che mai! E anzi, ora la consiglio a tutte!

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